mercoledì 11 febbraio 2009

Marco Bottini. Un centro acuto per adolescenti aggressivi

Il giudice dei minorenni Reto Medici afferma che in Ticino un centro per aiutare, contenendoli, i giovani delinquenti,"non può attendere...è una priorità" (cfr. 'la Regione'6 febbraio 2009). Io, per motivi professionali, conosco il giovane "figlio adottivo", processato la scorsa settimana a Lugano per violenza e bullismo, conosco la sua famiglia e pure la vittima principale,e so quanto lutti loro, per anni, hanno sofferto. Per anni infatti questa famiglia è stata confrontata all'assenza di una struttura in cui il figlio adolescente potesse veramente essere contenuto, protetto e curato.
Negli anni Settanta, a Torricella, un centro del genere esisteva; era il cosiddetto "Centro minorile", poi è stato chiuso. Siccome però il problema della delinquenza giovanile continuava ad esistere, agli inizi degli anni ottanta è stato costituito un gruppo di lavoro cantonale (di cui facevo parte) avente lo scopo di preparare l'apertura di un nuovo centro: l'allora giudice dei minorenni, Eggenschwiler ne aveva capito l'importanza. Quando però Patrizia Pesenti subentrò alla giudicatura minorile subentrò alla giudicatura minorile, affossò il progetto: lei a questo tipo di istituzioni non credeva.
E così per decenni non si è fatto più niente, e diversi giovani molto problematici hanno continuato ad essere inseriti in istituti e foyer non idonei al loro contenimento, salvo ad essere inviati nella Svizzera interna (perciò fuori contesto culturale), nei casi più estremi.
Io non ho mai cavalcato ideologie repressive care a certa destra, né mi ritengo aggressivo in quanto a temperamento. Avendo però lavorato per decenni con ragazzi problematici, posso dire con convinzione che la mancanza di mezzi efficaci per il contenimento della prepotenza che i giovani aggressivi manifestano si traduce, oltre che in un danno per le vittime e per la società in genere, anche in un gravissimo danno per il giovane stesso, che non farà che peggiorare i suoi comportamenti. Provate a mettervi per un attimo nei panni del ragazzo che ogni giorno aggredisce qualcuno a parole e con i fatti e che, di fronte ad un adulto che interviene (genitore o educatore in un foyer, poco importa), lo manda "affa..." senza che gli succeda niente, e va avanti a comportarsi come prima.
Quel giovane si convincerà sempre di più di essere onnipotente. Se poi l'adulto, frustrato e impotente, osa minacciarlo di un ceffone, lui risponderà: "Prova a toccarmi che ti denuncio!" L'adulto, per non finire sui giornali e sotto processo, lascerà perdere, e così il giovane si sentirà ancora di più invincibile, come i bulli dei molti film o giochi elettronici che plagiano la sua mente. Concordo pienamente con Medici: un centro per gli adolescenti ingestibili nelle normali "strutture aperte", in Ticino è indispensabile, perché è l'unico modo per far sentire al giovane che esiste qualcosa e qualcuno che ü più forte della sua aggressività, che finisce a contenerla e che gli impedisce di scappare quando e come vuole. Soltanto quando il suo bisogno di fare il bullo non potrà più esprimersi liberamente, il giovane sarà in grado di concentrare le proprie energie in altri campi, potrà imparare un mestiere e fare delle esperienze positive e valorizzanti,
Perciò non si perda ulteriore tempo!


Pubblicato su "la Regione Ticino" dell'11 febbraio 2009

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