martedì 14 giugno 2011

DECALOGO


  1. L’adozione dura tutta la vita e cambia la vita. È un diritto conoscere, da subito, i problemi e le incognite che si dovranno affrontare. Prima di presentare la domanda di idoneità all’adozione è utile prendere contatto con le associazioni delle famiglie che da anni sono impegnate in questo progetto.
  2. I problemi dei genitori adottivi sono diversi da quelli degli altri genitori. I figli adottivi sono figli traumatizzati dalla perdita della mamma biologica. Relazionarsi con il trauma non è facile e occorrono delle competenze specifiche.
  3. La preparazione offerta alle coppie che chiedono di adottare è inadeguata e legata ad un’idea superata dell’adozione, che considera l’amore l’unica medicina in grado di risolvere tutti i problemi. L’amore è fondamentale ma non è sufficiente.
  4. Per sostenere ed educare un figlio adottivo è indispensabile un buon gioco di squadra all’interno della famiglia e al suo esterno (rapporti con gli altri genitori, con gli educatori, con gli operatori sociali, ecc…)
  5. Occorre formare gli operatori sociali, garantendo loro una qualifica specifica in adozione. Questo perchè se l’intervento è specialistico e tempestivo si evita il rischio di una cronicizzazione del disagio, con tutte le conseguenze del caso.
  6. La scuola rappresenta la prima prova del fuoco. Ḗ sbagliato pensare che con la sola buona volontà i nostri figli risolveranno tutti i problemi. L’esposizione prolungata a forti stress può aver compromesso le facoltà legate all’apprendimento e alla memoria. I genitori non devono crearsi aspettative eccessive.
  7. L’adolescenza, che coincide con la perdita dell’infanzia, è particolarmente devastante, soprattutto quando il legame con la famiglia non è ancora saldo. La ricerca di una propria identità risveglia nei ragazzi i legami con la storia pregressa e il carico di ansia e di solitudine può rivelarsi insopportabile.
  8. Le famiglie in difficoltà non devono essere lasciate sole. Una terapia mirata, che coinvolga tutti i membri della famiglia, evita di far ricadere sui figli la responsabilità della crisi.
  9. Mettere ad un ragazzo l’etichetta di “personalità limite” o “borderline” equivale a rovinargli la vita. I ragazzi vanno aiutati nella ricerca e scoperta delle loro potenzialità e dei loro talenti.
  10. Per i figli adottivi che non riescono a risolvere all’interno della famiglia i loro problemi, si aprono le porte del foyer, dell’ ospedale psichiatrico o del carcere e divengono casi sociali, il cui recupero è ancora più problematico.

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