venerdì 17 agosto 2012

Associazione Il ponte


L'Associazione Il ponte, Percorsi nell'adozione associazioneilponte@tiomail.ch, che ha da poco iniziato ad operare in Ticino, propone dal prossimo autunno una formazione per coppie che intendono fare domanda di adozione e una serie di iniziative per bambini, ragazzi e famiglie che vivono l'esperienza adottiva.
L’iniziativa fa tesoro della progressiva presa di coscienza, nel mondo dell’adozione, della necessità di fornire conoscenze, aiuto e nuove opportunità a genitori e figli adottivi nel percorso che precede e segue la costituzione del nuovo nucleo famigliare. 

Come scrive Luise Michelle Bombèr -insegnante e psicoterapeuta inglese che speriamo di poter invitare presto in Ticino per un convegno - nel libro recentemente tradotto in italiano, “FERITI DENTRO: strumenti a sostegno dei bambini con difficoltà di attaccamento a scuola”, “bisogna subito mettere in chiaro che se un bambino è oggi in affido o in adozione, questo significa che ha sperimentato perdite traumatiche multiple e complesse, in una forma o nell’altra, Questo non significa  che bambini che hanno la stessa condizione debbano avere alle spalle lo stesso tipo di esperienze. E’ importante rendersi conto che la maggior parte dei bambini dichiarati adottabili e/o inseriti in affido devono essere stati valutati dal sistema giudiziario come vittime di significative ferite” (pag.18). Le istituzioni, in primis quella scolastica, e la società hanno dunque il dovere di mettere in atto tutti gli accorgimenti e gli aiuti necessari, i cui benefici effetti sono ampiamente documentati dalla più recente letteratura scientifica internazionale.

E’ in quest’ottica che l’Associazione Il Ponte organizza la formazione e gli incontri che segnaliamo, senza limitarsi all’informazione e alla preparazione pre-adottiva, ma cercando di andare oltre, sia con i genitori adottivi che con i bambini stessi, con uno sguardo anche all’età adolescenziale.

Purtroppo da noi questa cultura dell’adozione non ha ancora fatto breccia, neppure nelle istituzioni: una situazione oggi non più giustificabile né sostenibile.
Tutta la prassi di prevenzione, di accudimento, di cura dei bambini e giovani “feriti dentro” e di aiuto e sostegno dei genitori adottivi, che dovrebbe essere patrimonio rispettivamente della scuola e dei servizi, viene così lasciata alle associazioni private. Queste peraltro si trovano nelle condizioni di dover necessariamente limitare le iscrizioni e chiedere ai genitori di dividere i costi di quello che invece deve essere considerato, a nostro ben ponderato parere, un servizio  pubblico a tutti gli effetti e garantito a tutti.
E’ noto del resto che molte famiglie adottive e affidatarie sostengono già un impegno rilevante. Per esempio è ritenuto auspicabile che quando giunge il bambino adottato nella nuova famiglia la mamma cessi di lavorare per favorire l’attaccamento e che si presti particolare attenzione in momenti topici della vita famigliare e sociale che questi bambini vivono. Queste famiglie non devono assolutamente essere lasciate solo nella formazione, nell’aiuto e nel bisogno.
Finché si riterrà che queste forme di accompagnamento costituiscano un optional, o peggio, siano inutili, ci troveremo confrontati con l’arroganza di una società che pretende di essere “salvifica” per questi bambini, ignorando molto di quello che essi sono e di quanto hanno bisogno.
Mentre salutiamo con interesse l’iniziativa dell’Associazione IL PONTE, da parte nostra continueremo a concentrare i nostri sforzi per cercare di portare nella società e nelle istituzioni una diversa cultura dell’adozione, in linea con quanto già da anni è stato fatto nei paesi anglosassoni e francofoni. Non finiamo, infatti, di stupirci che malgrado gli studi e le iniziative sorte in altri paesi e anche, in parte, in alcuni cantoni della Svizzera, da noi si sia praticamente fermi al palo, salvo forse qualche apertura da parte della scuola, su cui ci ripromettiamo di ritornare.


Per informazioni supplementari sui corsi:
Informazioni utili possono anche essere trovate sul blog http://infogisdi.blogspot.ch/ e http://www.chaba.ch/CAindex2.htm



Gruppo di incontro per genitori del Post-adozione con figli  pre-adolescenti, adolescenti

Il gruppo è destinato alle famiglie che hanno dei figli in età preadolescenziale  o adolescenziale e desiderano riflettere e confrontarsi con altri genitori, porre domande rispetto alle problematiche che incontrano quotidianamente con i loro figli,  ai loro dubbi, alle loro difficoltà o preoccupazioni.
Si tratteranno tematiche partendo da spunti proposti dal conduttore e dai partecipanti.

Date del modulo 4:
27 Settembre 2012, 18 Ottobre 2012, 22 Novembre 2012, 24 Gennaio 2013

Orario: 20.00 – 22.00
Luogo: Massagno , via Foletti 27a
Animatori:
Mauro Pedroni Psicologo e Psicoterapeuta ASP- FSP, membro fondatore e già presidente della commissione scientifica e didattica dell’Accademia di Psicoterapia Psicoanalitica della Svizzera Italiana.

Costo: per quattro serate Fr. 150.- a persona,  Fr. 230.- a coppia. (Massimo 8 iscritti)

Iscrizioni e informazioni: associazioneilponte@tiomail.ch
Telefono: 091 608 36 53


Gruppo annuale di incontri e riflessioni per genitori del Post-adozione

È destinato alle famiglie che hanno già il/i bambino/i e che desiderano confrontare la loro esperienza con quella di altri genitori, oppure che desiderano portare nel gruppo problematiche specifiche legate al bambino o alla neo famiglia. Il gruppo affronterà i problemi quotidiani che possono insorgere nella relazione con il bambino secondo le diverse età, partendo da spunti proposti dal conduttore e dagli stessi partecipanti.

Date e orari Modulo 3

Giovedì 13 Settembre 2012:     conoscenza dei partecipanti e dei conduttori, condivisione del programma e suggestioni
Giovedì 4 Ottobre 2012:           la conoscenza reciproca tra genitore e bambino, le abitudini, l'adattamento, il sonno e  il cibo
Giovedì 8 Novembre 2012:       a ruota libera
Giovedì 6 Dicembre 2012:        l'inserimento con i nonni, gli altri fratelli, la famiglia allargata
Giovedì 10 Gennaio2013:         a ruota libera
Giovedì 7 Febbraio 2013:         l'inserimento a scuola, il rapporto con gli insegnanti, le difficoltà ad imparare
Giovedì 14 Marzo 2013:           a ruota libera
Giovedì 18 Aprile 2013:            a ruota libera
Giovedì 9 Maggio 2013:            tematica da definire con i partecipanti

Orario: 20.00 – 21.30

Luogo: Via B. Foletti 27a, Massagno

Animatori:
Valeria Lazzarini, psicoterapeuta ASP, membro GISDI, competenze specifiche in ambito adottivo (bambini, adulti), lavora con bambini e famiglie, supervisore SUPSI
Gabriella Rossini, infermiera, pedagogista, genitore adottivo, animatrice di gruppi di narrazione e arteterapia.

Costo: persona singola Fr. 270.-, coppia Fr. 450.-
(specifiche facilitazioni di pagamento da discutere direttamente con l’animatore del corso) .

Iscrizioni: Valeria Lazzarini Tel. 079 590.57.08 entro 5 settembre 2012


Laboratorio per bambini. Io sono fatto così

Si tratta di un percorso interattivo per bambini adottivi sul tema dell’identità.
Utilizzando tecniche pittoriche e materiali vari il bambino potrà costruire la propria figura a grandezza naturale su un pannello di legno, facendo emergere i tratti più importanti del proprio essere e del mondo che lo circonda. Lo scopo principale del corso è quello di permettere ai partecipanti di conoscere meglio se stessi ed apprezzare le caratteristiche della propria persona.   Alla fine del corso ognuno avrà la possibilità di raccontarsi ai propri compagni ed alle famiglie attraverso il disegno realizzato.

Obiettivi del corso
·           Permettere al bambino di sperimentare tecniche creative atte allo sviluppo dei propri talenti
·           Favorire l’espressione sia simbolica che verbale del partecipante e delle sue caratteristiche
·           Incoraggiare a riconoscere la propria identità nella differenza e favorire l’autostima
·           Favorire la condivisione del racconto di se con gli altri
·           Permettere all’animatore di riconoscere elementi importanti legati al bambino ed alla sua identità e di favorirne l’approfondimento

Organizzazione
Il corso è organizzato su tre incontri di 90 minuti ciascuno.
E’ previsto un quarto incontro per i genitori.
Fasce d’età consigliate: Bambini/e dai 6 ai 9 anni
Numero di partecipanti: min. 5 max 8.

Animatori del corso:
Valeria Lazzarini, psicoterapeuta ASP, lavora come psicoterapeuta di bambini, adolescenti e adulti, co-responsabile dell'associazione Gisdi
Gabriella Rossini, pedagogista, formatrice, animatrice di gruppi di arte-terapia e tecniche narrative.

Date:
6, 13 e 20 novembre  2012 dalle ore 17.15 alle ore 18.45
Incontro destinato ai genitori: 27 novembre 2012 dalle ore 20.00 alle ore 22.00

Luogo e costo
Luogo da definire in base alla provenienza dei partecipanti.
Per i quattro incontri Fr. 100.- compreso il materiale.

Iscrizioni
E -Mail: associazioneilponte@tiomail.ch                   Tel. 079 331.35.19
Il corso avrà luogo a partire da 5 iscritti.

Laboratorio per ragazzi. Io sono fatto così

Si tratta di un percorso interattivo per ragazzi adottivi sul tema dell’identità.
Utilizzando tecniche pittoriche e attività interattive si favorirà il dialogo facendo emergere i tratti più importanti del proprio essere e del mondo che lo circonda. Lo scopo principale del corso è quello di permettere ai partecipanti di conoscere meglio se stessi ed apprezzare le caratteristiche della propria persona.   Alla fine del corso ognuno avrà la possibilità di raccontarsi ai propri compagni ed alle famiglie attraverso le attività effettuate.

Obiettivi del corso
·           Permettere di sperimentare tecniche creative atte allo sviluppo dei propri talenti
·           Favorire l’espressione sia simbolica che verbale del partecipante e delle sue caratteristiche
·           Incoraggiare a riconoscere la propria identità nella differenza e favorire l’autostima
·           Favorire la condivisione del racconto di se con gli altri
·           Permettere all’animatore di riconoscere elementi importanti legati al bambino/ragazzo ed alla sua identità e di favorirne l’approfondimento

Organizzazione
Il corso è organizzato su tre incontri di 90 minuti ciascuno.
E’ previsto un quarto incontro per i genitori.
Fasce d’età : Ragazzi/e dai 9 ai 14 anni.
Numero di partecipanti: min. 5 max 8.

Animatori del corso:
Valeria Lazzarini, psicoterapeuta ASP, lavora come psicoterapeuta di bambini, adolescenti e adulti, co-responsabile dell'associazione Gisdi
Gabriella Rossini, pedagogista, formatrice, animatrice di gruppi di arte-terapia e tecniche narrative.

Date:
2, 9 e 16 ottobre 2012 dalle ore 17.30 alle ore 19.00
Incontro destinato ai genitori: 23 ottobre 2012 dalle ore 20.00 alle ore 22.00

Luogo e costo
Luogo da definire in base alla provenienza dei partecipanti.
Per i quattro incontri  Fr. 100.- compreso il materiale.

Iscrizioni
E –Mail: associazioneilponte@tiomail.ch                      Tel. 079 331.35.19
Il corso avrà luogo a partire da 5 iscritti.


Adozione progetto di vita: Programma Modulo 1 Base autunno 2012

Il Modulo 1 Base è destinato alle coppie che hanno da poco intrapreso l’iter adottivo e che sono in attesa del rilascio dell’autorizzazione cantonale.

Programma Modulo 1 Base

6 incontri di 3 ore ciascuno

1° incontro:   Adozione progetto di vita
Percorso di riflessione comune sul tema dell’adozione come progetto individuale e familiare.
2° incontro:   La Motivazione
La scelta di adottare un figlio, le aspettative, il lungo percorso.
3°Incontro:    Il dossier, la storia del bambino
Il figlio adottivo, quali differenze tra il bambino ideale ed il bambino reale.
4° Incontro:   Il legame affettivo
Approfondimenti sul tema dell’attaccamento e sulla costruzione del legame affettivo.
5° Incontro:   A ruota libera
Momento di discussione e approfondimento, con una specialista clinica, dei temi affrontati negli incontri precedenti.
6° Incontro:   Creazione della nuova famiglia
Costruzione del senso, l’integrazione, la famiglia allargata, i fratelli e sorelle biologici
e adottivi.

Date e orari Modulo 1
18 settembre, 8 ottobre, 22 ottobre, 12 novembre, 3 dicembre, 17 dicembre 2012 ore 20.00 – 23.00

Iscrizioni:    associazioneilponte@tiomail.ch
Tel. 079 331.35.19 entro 5 settembre 2012 (vale la data del pagamento)
Numero min. iscritti 6 coppie

Luogo: Scuola Media di Camignolo

Animatori:
Nicoletta Gagliardi, pedagogista, orto pedagogista, genitore adottivo
Valeria Lazzarini, psicoterapeuta ASP, competenze specifiche in ambito adottivo (bambini, adulti)
Patrizia Piacentini, psicologa, psicomotricista
Gabriella Rossini, infermiera, pedagogista, genitore adottivo

Costo: Fr. 480.- a coppia

Adozione progetto di vita: Programma Modulo 1 Base primavera 2012


Il Modulo 1 Base è destinato alle coppie che hanno da poco intrapreso l’iter adottivo e che sono in attesa del rilascio dell’autorizzazione cantonale.

 6 incontri di 3 ore ciascuno

1° incontro: Adozione progetto di vita
                 Percorso di riflessione comune sul tema dell’adozione come progetto individuale e familiare.
2° incontro: La Motivazione
                 La scelta di adottare un figlio, le aspettative, il lungo percorso.
3°Incontro: Il dossier, la storia del bambino
                Il figlio adottivo, quali differenze tra il bambino ideale ed il bambino reale.
4° Incontro: Il legame affettivo
                 Approfondimenti sul tema dell’attaccamento e sulla costruzione del legame affettivo.
5° Incontro: A ruota libera
Momento di discussione e approfondimento, con una specialista clinica, dei temi affrontati       negli incontri precedenti.
6° Incontro: Creazione della nuova famiglia
                 Costruzione del senso, l’integrazione, la famiglia allargata, i fratelli e sorelle biologici e adottivi.

Date e orari Modulo 1
7 maggio, 29 maggio, 11 giugno, 25 giugno, 3 settembre, 25 settembre  2012 ore 20.00 – 23.00

Iscrizioni: entro 15 aprile 2012 (vale la data del pagamento) Numero min iscritti: 6 coppie

Luogo: Scuola Media di Camignolo

Animatori:
Nicoletta Gagliardi, pedagogista, orto pedagogista, genitore adottivo
Valeria Lazzarini, psicoterapeuta ASP, competenze specifiche in ambito adottivo (bambini e  adulti)
Patrizia Piacentini, psicologa, psicomotricista
Gabriella Rossini, infermiera, pedagogista, genitore adottivo

Costo: Fr. 480.- a coppia

Adozione progetto di vita. Programma Modulo 2 Approfondimento autunno 2012
4 incontri di 3 ore ciascuno

1° incontro: Dossier parte 2 e Album di famiglia
Attraverso l’analisi di alcuni dossier ed un filmato girato in un orfanotrofio si potranno estrapolare elementi  importanti dei vissuti del bambino prima dell’adozione ed evidenziare informazioni utili per i futuri genitori. Verranno inoltre formulate alcune proposte per la preparazione dell’album da inviare al bambino.

2°incontro: La preparazione del grande viaggio
Riflessione sulla specificità dl viaggio, l’incontro con il bambino e con le persone di referenza del paese d’origine. Aspetti pratici del viaggio.

3° incontro: Il bambino nella nuova famiglia
L’adozione di un bambino piccolo e quella di un bambino grande e le implicazioni emotive di tale esperienza. Verrà discusso inoltre il valore dell’album fotografico da inviare al bambino e alcune modalità per realizzarlo.

 4° incontro: Noi e i bambini – sguardo bilaterale
Incontro dedicato ad una riflessione sull’integrazione qualitativa del bambino adottivo nella nuova famiglia e nel nuovo contesto sociale.

Date e orari Modulo 2
1 ottobre, 3 dicembre 2012, 21 gennaio 2013, 18 febbraio 2013 ore 20.00 – 23.00

                 Tel. 079 331.35.19 entro 15 settembre 2012. Numero min iscritti 6 coppie


Luogo: Scuola Media di Camignolo

Animatori:
Nicoletta Gagliardi, pedagogista, orto pedagogista, genitore adottivo
Leslie Guggiari, master in interculturalità, genitore adottivo
Valeria Lazzarini, psicoterapeuta ASP, competenze specifiche in ambito adottivo (bambini, adulti)
Gabriella Rossini, infermiera, pedagogista, genitore adottivo

Costo: Fr. 320.- a coppia

Adozione progetto di vita. Programma Modulo 2 Approfondimento primavera 2013

4 incontri di 3 ore ciascuno
1° incontro: Dossier parte 2 e Album di famiglia
  Attraverso l’analisi di alcuni dossier ed un filmato girato in un orfanotrofio si potranno
  estrapolare elementi importanti dei vissuti del bambino prima dell’adozione ed
  evidenziare informazioni utili per i futuri genitori. Verranno inoltre formulate alcune
  proposte per la preparazione dell’album da inviare al bambino.

2° incontro:  La preparazione del grande viaggio
   Riflessione sulla specificità dl viaggio, l’incontro con il bambino e con le persone di
   referenza del paese d’origine. Aspetti pratici del viaggio.

3° incontro: Il bambino nella nuova famiglia
  L’adozione di un bambino piccolo e quella di un bambino grande e le implicazioni
                  emotive di tale esperienza. Verrà discusso inoltre il valore dell’album fotografico da
                  inviare al bambino e alcune modalità per realizzarlo.

 4° incontro: Noi e i bambini – sguardo bilaterale
   Incontro dedicato ad una riflessione sull’integrazione qualitativa del bambino adottivo
   nella nuova famiglia e nel nuovo contesto sociale.

Date e orari Modulo 2
4 marzo 2013, 29 aprile 2013, 27 maggio 2013, 17 giugno 2013 ore 20.00 – 23.00
Numero minimo d’iscritti: 6 coppie

                 Tel. 079 331.35.19 entro 20 febbraio  2013 Numero minimo iscritti 6 coppie

Luogo: Scuola Media di Camignolo

Animatori:
Nicoletta Gagliardi, pedagogista, orto pedagogista, genitore adottivo
Leslie Guggiari, master in interculturalità, genitore adottivo
Valeria Lazzarini, psicoterapeuta  ASP, competenze specifiche in ambito adottivo (bambini, adulti)
Gabriella Rossini, infermiera, pedagogista, genitore adottivo

Costo: Fr. 320.- a coppia

domenica 5 agosto 2012

Catherine Sellenet, “Souffrances dans l’adoption. Pistes pour accompagner les adoptés et les adoptants”, De Boeck (2009).


Segnaliamo il libro di Catherine Sellenet, professore di scienze dell’educazione, ricercatrice all’ Università di Nantes (Labécd), e ricercatrice associata a Parigi X. È una riflessione sull’adozione, o meglio sulle adozioni difficili.

Ciò che contraddistingue l’analisi della Sellenet è l’atteggiamento sempre critico; il non cercare di spiegare tutto a tutti i costi restando prigioniera di griglie teoriche precostituite; la ricerca di nuove piste per capire meglio; l’attenzione alla singolarità di ogni storia e alle capacità di resilienza (la capacità di resistere ai traumi e di riprogettarsi positivamente) di ogni bambino/ragazzo ferito; l’attenzione allo smarrimento delle famiglie, spesso ostaggi di correnti di pensiero contrapposte e di operatori sociali che antepongono il giudizio alla comprensione.

L’obiettivo è quello di individuare i fattori di rischio e le loro combinazioni, che possono riguardare la storia del bambino, la preparazione all’adozione, la scelta della famiglia adottiva, la procedura di abbinamento, le dinamiche relazionali e altro ancora e tracciare delle nuove “pistes de réflexion”.

Parlare di adozioni difficili vuol dire affrontare un’estrema varietà di problematiche e di sintomi, ma soprattutto fare i conti con una grande sofferenza e solitudine. 

La Sellenet, utilizzando la teoria del trauma, dell’attaccamento e dell’identità, pone alcune domande che ci arrivano dritte al cuore: tutti i bambini sono adottabili?; tutti i bambini desiderano essere adottati?; l’adozione è sempre la terapia migliore?; si può chiedere ai genitori di diventare terapeuti dei propri figli?; cosa sappiamo noi dei ricordi di questi bambini, della loro sofferenza, delle loro esperienze intime che sembrano appartenere più alla sfera dell’indicibile?

Nonostante “le poids des traumatismes, l’ampleur des symptômes, des préparations insuffisantes… Tout est souvent connu avant l’adoption, les symptômes sont souvent là mais tout se passe comme si l’adoption devait magiquement résoudre ces problemes”. Quando i sintomi persistono o esplodono si propone ai genitori di aspettare. “ -Il faut donner du temps au temps – disait Miguel de Cervantès, il semble que certains en aient fait leur adage. (…) Nous pouvon aussi nous demander si cet appel au temps et à la patience ne masque pas une impuissance à répondre cliniquement aux questions existentielles posées par ces enfants” (op. cit. pag.44, il grassetto è nostro).

Esiste una sintomatologia dei bambini/ragazzi adottati?

Ecco un’altra domanda difficile che sicuramente molti di noi si sono posti. L’autrice spiega che sarebbe “azzardata” una risposta affermativa perché “les syntômes carentiels sont aussi présents chez les enfants institutionnalisés, et que les pratiques addictives, les passages à l’acte, les fugge, les décrochages scolaires se retrouvent dans toutes les populations enfantines, sans qu’il soi besoin de chercher une origine biolographique d’abandon” (op. cit. pag.84). Tuttavia ciò che colpisce negli adottati è “la pluralité des synthômes et surtout leur caractère esplosif, démultiplié” che raggiunge la massima espressione con l’arrivo dell’adolescenza. [1] “L’adpption joue souvent un rôle d’amplificateur fantasmatique.

Citando Jacques Lacan (“Le symptôme est une métaphore que l’on veuille ou non se le dire”), l’autrice si chiede che cosa ci vogliono dire questi bambini e quali domande si pongono. Chi sono? è la domanda chiave legata alla ricerca della propria identità; chi vi dà il diritto di riaprire le mie ferite? è, invece, una domanda rivolta a noi adulti, genitori e operatori sociali.

Non è facile darsi un’identità. La risposta alla domanda chi sono? muta nel corso degli anni, sulla base delle diverse esperienze e dei nuovi ruoli assunti in famiglia e nella società. Nel caso dei figli adottivi c’è il pericolo che certi bambini, ma anche certi ragazzi e certi adulti, rimangano fermi ad un’unica immagine irrigidita di loro stessi, che li imprigiona in un ruolo predefinito: quello di bambino abbandonato; quello di bambino di nessuno; quello di bambino adottato; quello di bambino abbandonato-adottato. “L’enfant adopté peut en effet se prèvaloir de quatre catégories d’identifications, il a le choix entre plusieurs soi possibile, entre plusieurs identités. Nous pouvons en proposer d’emlée quatre, sans que cette liste soit exhaustive” (op. cit. pag.87).
Certamente il nostro compito di genitori è quello di sostenere i nostri figli nella ricerca della loro identità, evitando di usare l’abbandono come unica griglia di lettura. Certamente la ferita (il trauma) dell’abbandono condiziona la vita dei nostri ragazzi, ma poi occorre tenere conto di tanti altri fattori che possono ostacolare o favorire la loro crescita fisica, psichica ed emotiva.

Trauma e traumatismo

“Mais savons-nous traiter les traunatismes?”; “Avons-nous mis en place des structures d’accompagnement dignes de ce nom?” Domanda semplici che mettono a nudo l’insufficienza della formazione degli operatori e delle strutture di accoglienza. “À l’évidence, la réponse est négative. Nous ne proposons souvent que des admissions en instituts de rééducation, voire en centres fermés, pour des enfants qui rèlevent d’une clinique de soins. Quand ces memes structures ont également trouvé leurs limites, nous restituons aux parents adoptifs leurs enfants, des enfants don’t certains parents ont peur sans toujours oser le dire”(op. cit. pag.97, il grassetto è nostro).

Sono le madri a trovarsi in maggiore difficoltà (2/3 dei casi) e a subire atti di vera e propria violenza fisica e/o verbale da parte dei figli. Queste esperienze possono innescare comportamenti brutali anche da parte del genitore, che dichiara di non riconoscersi più, di avere paura della propria carica aggressiva, improvvisamente fuori controllo: “(…) Je me suis vue hors de moi, ne plus pouvoir me controller! Se dévaloriser à ce point! C’est ce que l’on reproche le plus à ces enfants, de nous métamorphoser.” (op. cit. pag.119). L’aggressività è una delle componenti essenziali della sindrome dell’abbandono e può manifestarsi in modi diversi e opposti. Riprendendo la tipologia di Germaine Guex, l’autrice sottolinea due tipi di soggetti abbandonici: positivo-affettuoso, alla continua ricerca (sempre delusa) d’affetto e negativo-aggressivo, ossessionato dalle frustrazioni del passato. Tra questi due estremi, “l’asservissement aux autres et l’asservissement des autres”, esiste un’infinita gamma di sfumature. La paura di essere giudicati e non capiti fa sì che molti genitori non parlino di questi problemi e preferiscano isolarsi, senza chiedere aiuto né per sé né per i figli: considerano le difficoltà un problema “privato”, da risolversi dentro le mura domestiche. Anche da parte delle istituzioni e degli operatori è ancora forte “la tentation (…) de refermer la porte sur l’intimité (della famiglia)”. È più che legittimo il sospetto che dietro questa difesa a oltranza della privacy si nasconda, invece, l’incapacità di farsi carico dei problemi delle famiglie.

Gli errori istituzionali

Ben 1/3 dei casi esaminati rivelano carenze da parte dei servizi e delle istituzioni e ripropongono la questione dell’insufficiente preparazione delle coppie e dei bambini (soprattutto dai due anni in su). Manca una riflessione sulla genitorialità adottiva, che andrebbe affrontata proprio a scopo preventivo, per scongiurare i casi di genitorialità “assente”, “difettosa”, “patologica” o “ostacolata” da forti contrasti tra coniugi.
Da parte dei genitori viene lamentata una vera e propria “omertà” degli operatori sulle difficoltà da affrontare e, soprattutto, sulle patologie di alcuni adottandi. Il genitore che chiede aiuto viene facilmente messo in croce. Per prima cosa lo si giudica inadeguato; poi, se chiede o accetta l’inserimento temporaneo del figlio in un centro di sostegno, lo si esclude da qualsiasi forma di collaborazione terapeutica. “Ce sont des services qui ont généralement affaire à des parents démunis et qui en abusent. Les parents adoptifs sont enbêtants. Si un jour on écrit un livre de cette histoire, on l’appellera: rapt legalise” (testimonianza di un genitore adottivo. Op. cit. pag.152). Esistono alternative? Sì ma difficilmente vengono praticate! Nel 38% dei casi l’allontanamento è giudiziario, nel 19% amministrativo: quindi nel 57% dei casi i bambini vengono allontanati dalla famiglia. Si tratta di un allontanamento temporaneo: ma fino a quando? Manca una strategia di intervento mirata, in grado di diversificare i singoli interventi, incominciando dal sesso dell’adottato o della sua nazionalità.

“Piste” per una politica di prevenzione

Non si deve scommettere, scrive l’autrice, sulla dimensione terapeutica dell’adozione. Occorre accompagnare, sostenere la famiglia e soprattutto informarla dei rischi che corrono i bambini maltrattati di presentare disturbi nella sfera intellettuale e affettivo-comportamentale. “On ne peut demander aux parents adoptifs d’endosser cette visée thérapeutique qui n’est pas de leur ressort. (…) Le passé parfoit chaotique de certains enfants reste toujours présente et peut venir entraver les perspectives de développement et d’adaptation. Pour chaque adoption, le poids de la vulnérabilité de ces enfants est à apprécier” (Op. cit. pag.160). Occorre informare i genitori sui fattori di rischio e di resilienza; sulle conseguenze della rottura del legame di attaccamento; sulle fantasticherie dei bambini adottati (“Que sait-on du parent imaginaire de l’enfant adoptable?”); sul possibile rifiuto dei nuovi genitori; sulle paure legate alla nuova esperienza; sui segni che indicano la progressiva integrazione nella nuova famiglia. Occorre investire sulla formazione degli operatori sociali e dare risposte alle famiglie che chiedono:

·         l’istituzione di un padrinato, ovvero di una figura di riferimento (un adottato adulto) con funzione di sostegno per i  più giovani;
·         la creazione di una rete capillare di associazioni di mutuo aiuto per bambini adottati;
·         l’accompagnamento obbligatorio per i nuovi genitori adottivi;
·         la creazione di un osservatorio della crescita dei bambini;
·         la collaborazione con i servizi di psichiatria presenti sul territorio;
·         la collaborazione con le associazioni di intermediazione, affinché siano più vigili sulle falsificazioni che riguardano l’età dei bambini, la loro storia e i traumi subiti;
·         l’istituzione di una commissione di riflessione sull’adozione, in cui tutti i soggetti siano rappresentati;
·         la predisposizione, all’interno dei servizi che si occupano di adozione, di uno spazio di ascolto per i genitori in difficoltà.


“La liste des propositions n’est pas close et chacun se saisira à sa guise des pistes suggérées, mais cette liste montre qu’une dynamique est possible, non pas pour éradiquer les difficultés, mais au moins tirer les leçons des situations douloureuses qui existent (Op. cit. pag.180).  


[1] Su un campione di 317 bambini esaminati, presi a carico dall’Assistenza sociale all’infanzia, solo il 7% non presenta alcun disturbo; negli altri sono presenti uno o più disturbi: 47% disturbi d’apprendimento, 35% comportamenti aggressivi, 34% fughe, 29% eccessiva agitazione, 24% furti. Il disagio esistenziale può portare a processi regressivi (25%), depressione (24%), confusione mentale (13%) e suicidi (12%). Un terzo dei genitori affermano che questi problemi sono incominciati con l’arrivo del bambino, il 20% dopo i primi cinque anni, quasi il 27% tra i due e i cinque anni successivi all’adozione. Due terzi dei bambini accolti nella struttura pubblica hanno più di 12 anni, solo il 6% ha meno di quattro anni.