mercoledì 24 maggio 2017

Teatro di narrazione: "Hankook radici spezzate" di e con Emmanuel Galli


Giovedì 11 maggio 2017, data da ricordare per gli alunni delle Scuole Medie che hanno partecipato al teatro di narrazione, proposto dalla nostra associazione con la collaborazione dell'Agenzia turistica di Campione d'Italia, Hankook radici spezzate di e con Emmanuel Galli.

I ragazzi sono rimasti incredibilmente collegati con gli occhi e con il cuore al filo di parole, gesti e musiche che il giovane adottivo, di origini coreane, ha comunicato loro con empatia e profondità straordinarie.

In poco più di quarantacinque minuti sono stati proposti i temi più significativi dell'adolescente adottivo che si trova a "fare i conti" con la ferita dell'abbandono, le radici spezzate, la ricerca delle somiglianze, la costruzione faticosa dell'identità, fino al viaggio di ritorno alla terra di provenienza.

Grande la partecipazione dei ragazzi, che si è rivelata con sorpresa di tutti, insegnanti compresi, nella serie di domande spontanee e significative che hanno rivolto al giovane attore, instaurando un clima amichevole di dialogo veramente prezioso.

Lo spettacolo verrà riproposto domenica 17 settembre 2017, luogo e orario ancora da definire. Vi terremo informati!

mercoledì 17 maggio 2017

Cécile Flé, Guérir de la blessure d'abandon. Un défi? Lausanne, 12 mai 2017


La relatrice
Cécile Flé è mamma di due figli maschi di 11 e 16 anni. Ha sperimentato il "maternage proximal" e l'educazione non violenta nei diversi aspetti e applicazioni. Arricchita da questa esperienza segue come terapeuta "énergéticienne" le famiglie adottive. In particolare sostiene i genitori, che attraversano delle difficoltà relazionali con i loro bambini, i bambini stessi e i bambini cosiddetti "etichettati". Attraverso ateliers e conferenze, Cécile Flé contribuisce anche a far conoscere i mezzi meravigliosi che aiutano a tessere legami: il "portage", il massaggio, l'accoglienza rispettosa delle emozioni.

La conferenza
Come si fa per stare bene e crescere?
La ferita dell'abbandono fa parte delle cinque ferite dell'anima: abbandono, ingiustizia, umiliazione, tradimento.
Quando queste emozioni non sono state calmate al momento giusto, si crea nel bambino un contenitore di emozioni che può riempirsi sempre di più. Nel caso dei bambini abbandonati tutto avviene nella fase non verbale. Già in utero il liquido amniotico cambia in funzione delle emozioni della mamma incinta (spaventi, lutti da superare, gravidanze non desiderate, etc.) e il parto  risulta difficile soprattutto se il bambino non è desiderato. In tutte queste circostanze il bambino avrebbe bisogno di essere calmato, tranquillizzato e rassicurato.
Questa rottura del rapporto madre-figlio e le emozioni non lenite lasciano delle tracce indelebili e fanno insorgere nel bambino delle false credenze:

  • sono stato abbandonato perché non valgo niente;
  • mia mamma biologica non mi ha tenuto con sé: mi ha tradito;
  • ha tenuto gli altri figli e non me. Perché?
Queste false credenze finiscono per diventare delle certezze.
Spesso i figli adottati usano un comportamento di sabotaggio, nel senso che devono provare che non valgono niente. Continuano a rivivere costantemente queste emozioni e maturano l'idea di un Falso Sé.
Certe emozioni vengono vissute anche a livello fisico: la vista di una scena può risvegliare ricordi: lo stesso dicasi per odori e sapori. Va da sé che le emozioni interagiscono con la capacità di concentrazione, rendendola difficoltosa.

E' evidente che questi meccanismi compromettono la crescita e lo sviluppo del bambino.  Ma il nostro cervello è straordinario: è importantissimo riprogrammarlo poco a poco lavorando sui cinque sensi. Occorre aprire questo pesante contenitore di emozioni che sono state trascinate per anni e farle emergere, così da accettare l'abbandono (la vita è stata così), perdonare, accettare il gesto della madre biologica (che senz'altro non le è stato facile compiere). 

I genitori e i terapeuti devono spiegare, dare un nome e un senso a queste emozioni, sia positive che negative, e permettere ai figli di riprogrammare a poco a poco il loro cervello e le loro convinzioni. Occorre nutrire positivamente il cervello. Per lavorare sul corpo, invece, si può fare riferimento a degli osteopati o a degli kinesiologi.
In ogni caso per far sparire la ferite ci vuole un certo distacco e non va dimenticato che ognuno di noi ha i suoi tempi. Non c'è nessuna ragione per restare fermi e bloccati sul negativo e soprattutto occorre incominciare iniziando a comunicare le proprie emozioni.

Testi
Tra i libri scritti da Cécile Flé ricordiamo:
Créer des liens-Adoption e Maternage, 2014
Lune après lune, 2011
Entreprendre en solo, 2007
Vivre dans une maison saine, 2002