domenica 13 maggio 2012

Due libri da leggere tutto d’un fiato!


L’inglese Caoline Archer è autrice di due testi fondamentali sull’adozione, disponibili nella traduzione francese: Enfant qui a mal, enfant qui fait mal? Nourrissons – Petits enfants: Conseils pour les parents adoptifs et les parents d’accueil  e Enfant qui a mal, enfant qui fait mal? Grands enfants. Adolescents: Conseils pour les parents adoptifs et les parents d’accueil

 

Due libri che si leggono tutto d’un fiato, che aiutano a tirare il fiato, che teniamo volentieri sul comodino, perché ci fanno sentire meglio, stimolano la riflessione e invitano a trovare nuove strategie per migliorare il rapporto con i nostri figli, soprattutto con i più traumatizzati.

 

Prima di essere un’esperta consulente famigliare, specializzata nell’accompagnamento delle famiglie adottive e affidatarie, membro di Adoption UK (http://www.adoptionuk.org/), la Archer è e resta soprattutto una mamma, molto “collaudata” da una complessa esperienza adottiva di quattro figli ormai grandi. E’ un genitore che parla alle famiglie in difficoltà, partendo dai problemi di tutti i giorni; è un’amica che ti mette la mano sulla spalla e ti invita a calmarti, a riflettere e a ritrovare il buon umore!


Archer condivide e utilizza i metodi terapeutici di Johanne lemieux, ideatrice dell’Adopteparentalité ( http://www.quebec-amerique.com/johannelemieux/ : « L’enfant adopté doit être au cœur des préoccupations, mais le parent doit impérativement être au cœur des solutions ! ».

La Archer ci ricorda che:

-  “i bambini che non hanno mai imparato a sentirsi in sicurezza  possono difficilmente riconoscere ed accettare un accudimento amorevole (maternage) rassicurante e lenitivo nella loro nuova famiglia di accoglienza” ;
-     “i genitori che non si sentono sicuri e sostenuti possono avere delle difficoltà a prendersi cura con amore e assiduità dei loro figli”;
-     “i bambini ci segnalano, attraverso ciò che fanno o non fanno, i loro bisogni. Il nostro compito è quello di riconoscere ciò che il comportamento del bambino ci dice (comunicazione) o cerca di trovare (soluzione), tenendo ben presente che le stesse distorsioni di percezione, d’ aspettativa e di pensiero, derivate da esperienze precoci caotiche o invasive, possono deformare queste comunicazioni”;
-        “imparare a interpretare, per noi stessi e per i nostri bambini, presuppone conoscere la loro storia passata e conoscere gli effetti di un trauma precoce sul corpo e nell’anima”;
-   “i genitori e i professionisti devono prendere su di sé la responsabilità dei loro propri sentimenti e della relazione con il loro bambino. E’ allora possibile sviluppare la dance de l’attachement et de l’accordage, tra il genitore e il bambino, che riproduce le interazioni precoci tra il bambino e il genitore: tutto ciò è essenziale per guarire i bambini che soffrono e fanno soffrire”.

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