L’inglese Caoline Archer è autrice di due testi fondamentali sull’adozione, disponibili nella traduzione francese: Enfant qui a mal, enfant qui fait mal? Nourrissons – Petits enfants: Conseils pour les parents adoptifs et les parents d’accueil e Enfant qui a mal, enfant qui fait mal? Grands enfants. Adolescents: Conseils pour les parents adoptifs et les parents d’accueil
Due libri che si leggono tutto d’un
fiato, che aiutano a tirare il fiato, che teniamo volentieri sul comodino, perché ci fanno sentire meglio, stimolano la riflessione e
invitano a trovare nuove strategie per migliorare il rapporto con i nostri
figli, soprattutto con i più traumatizzati.
Prima di essere un’esperta consulente
famigliare, specializzata nell’accompagnamento delle famiglie adottive e affidatarie,
membro di Adoption UK (http://www.adoptionuk.org/), la Archer è e resta soprattutto una mamma, molto “collaudata”
da una complessa esperienza adottiva di quattro figli ormai grandi. E’ un
genitore che parla alle famiglie in difficoltà, partendo dai problemi di tutti
i giorni; è un’amica che ti mette la mano sulla spalla e ti invita a calmarti,
a riflettere e a ritrovare il buon umore!
Archer condivide e utilizza i
metodi terapeutici di Johanne lemieux, ideatrice dell’Adopteparentalité ( http://www.quebec-amerique.com/johannelemieux/
: «
L’enfant adopté doit être au cœur des préoccupations, mais le parent doit impérativement
être au cœur des solutions ! ».
La Archer ci ricorda che:
- “i bambini che
non hanno mai imparato a sentirsi in
sicurezza possono difficilmente
riconoscere ed accettare un accudimento amorevole (maternage) rassicurante e lenitivo nella loro nuova famiglia di
accoglienza” ;
- “i genitori che non si sentono sicuri e sostenuti possono avere delle
difficoltà a prendersi cura con amore e assiduità dei loro figli”;
- “i bambini ci segnalano, attraverso ciò che fanno o non fanno, i loro bisogni. Il nostro
compito è quello di
riconoscere ciò che il comportamento del bambino ci dice (comunicazione) o
cerca di trovare (soluzione), tenendo ben presente che le stesse distorsioni
di percezione, d’ aspettativa e di pensiero, derivate da esperienze
precoci caotiche o invasive, possono deformare queste comunicazioni”;
- “imparare a
interpretare, per noi stessi e per i nostri bambini, presuppone conoscere la
loro storia passata e conoscere gli effetti di un trauma precoce sul corpo e nell’anima”;
- “i genitori e i
professionisti devono prendere su di sé la responsabilità dei loro propri
sentimenti e della relazione con il loro bambino. E’ allora possibile
sviluppare la dance de l’attachement et de l’accordage, tra il genitore e
il bambino, che riproduce le interazioni precoci tra il
bambino e il genitore: tutto ciò è essenziale per guarire i bambini che
soffrono e fanno soffrire”.
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