LEGAME E ATTACCAMENTO NEI BAMBINI MALTRATTATI
Conseguenze della trascuratezza emotiva nell'infanzia
di BRUCE D. PERRY
(dal sito www.ChildTraumaAcademy.org)
traduzione a cura di L. Botta e M. Ronconi
INTRODUZIONE
La caratteristica più importante
del genere umano è la capacità di formare e mantenere relazioni. Queste
relazioni sono assolutamente necessarie a ciascuno di noi per sopravvivere,
imparare, lavorare, amare e procreare. Le relazioni umane assumono molte forme,
ma le più intense, le più piacevoli e le più dolorose sono quelle con la
famiglia, gli amici, le persone care. Entro questa cerchia di relazioni intime
siamo legati l'uno all'altro con un “collante emotivo”, legati con amore.
La capacità di ciascun individuo
di creare e mantenere relazioni usando questo "collante emotivo" è
differente. Alcune persone sembrano "naturalmente" capaci di amare.
Esse instaurano numerose, intime e importanti relazioni e facendo questo
provano piacere. Altri non sono così fortunati. Non sentono alcuna “spinta” a
formare relazioni intime, trovano poco piacere nell'essere con o vicino agli
altri. Hanno pochi amici e non intimi, hanno uno scarso legame emotivo con i
familiari. In casi estremi, un individuo può non avere legami emotivi con
alcuna persona. Si tratta di individui assorbiti da se stessi, distanti, che
possono anche palesare sintomi neuropsichiatrici di tipo schizoide o autistico.
La capacità e il desiderio di
formare relazioni affettive sono correlati all'organizzazione e al
funzionamento di parti specifiche del cervello umano. Così come il cervello ci
permette di vedere, sentire gli odori, gustare, pensare, parlare e muoverci,
così è anche l'organo che ci permette di amare – oppure no. I sistemi del
cervello umano che ci consentono di creare e mantenere relazioni affettive si
sviluppano durante l'infanzia e i primi anni di vita. Le esperienze vissute
durante questo primo, vulnerabile periodo sono fondamentali per plasmare la
capacità di dar vita a relazioni intime ed emotivamente sane. L'empatia, la
capacità di prendersi cura, la condivisione, l'inibizione dell'aggressività, la
capacità di amare e una serie di altre caratteristiche delle persone sane,
felici e produttive sono correlate alle fondamentali capacità di attaccamento
che si formano durante la prima infanzia.
Che cos'è l'attaccamento?
• Una speciale e duratura forma di relazione
emotiva con una persona specifica
• Comporta calma, comfort e piacere
• La perdita o la minaccia di perdita della
persona specifica comporta stress
• Il bambino trova sicurezza nel contesto di
questa relazione
CHE COS'È L'ATTACCAMENTO?
Dipende. La parola “attaccamento”
è usata frequentemente dagli operatori della salute mentale, dello sviluppo
infantile, della protezione dei minori, ma ha significati leggermente diversi
nei diversi contesti. La prima cosa da sapere è che noi esseri umani creiamo
molti tipi di “legame”. Un legame è una connessione tra una persona e un'altra.
Nel campo dello sviluppo infantile, l'attaccamento si riferisce allo speciale
legame, caratterizzato da qualità uniche, che si forma nella relazione
madre-bambino o bambino-principale caregiver (lett. figura di accudimento).
Il legame di attaccamento ha
alcuni elementi- chiave:
1) è un rapporto emotivo
continuativo con una determinata persona;
2) procura sicurezza, comfort,
calma e piacere;
3) la perdita o la minaccia di
perdita della persona provoca stress intenso. Questa particolare forma di
relazione è rappresentata al meglio dal rapporto madre-bambino. Quando si
studia la natura di queste speciali relazioni, si scopre quanto possano essere
importanti per il futuro sviluppo del bambino. In effetti molti ricercatori e
clinici ritengono che l'attaccamento madre-bambino fornisca la struttura per
tutte le relazioni successive che il bambino svilupperà. Un solido e sano
legame con la principale figura di accudimento sembra essere associato a
un'alta probabilità di relazioni sane con gli altri, mentre un attaccamento
carente con la madre o il principale caregiver sembra essere associato
all'insorgere di una serie di problemi emotivi e comportamentali più avanti
nella vita.
Nel campo della salute mentale,
il termine attaccamento è usato genericamente per riflettere la capacità
globale di intrecciare relazioni. In questo testo, la capacità di
attaccamento si riferisce alla capacità di creare e mantenere una relazione
affettiva, mentre il termine attaccamento si riferisce alla natura e
alla qualità della relazione effettiva. Un bambino, per esempio, può aver un
attaccamento"insicuro" o un attaccamento"sicuro".
CHE COS'È IL “BONDING” (lett. legame, coesione)?
Detto in parole semplici, il
"bonding" è il processo di formazione dell'attaccamento.
Proprio come la parola "bonding" è usata per l'incollaggio di un
oggetto all'altro, analogamente il termine è usato per definire il “collante
emotivo” che ci lega a un'altra persona. Il "bonding", pertanto,
implica una serie di comportamenti che aiutano a stabilire una connessione
emotiva (attaccamento).
IL "BONDING" E L'ATTACCAMENTO HANNO ORIGINE GENETICA?
La capacità biologica di legarsi
affettivamente e di sviluppare attaccamenti è sicuramente determinata
geneticamente. L'istinto di sopravvivenza è fondamentale in tutte le specie. I
neonati sono indifesi e devono dipendere da un adulto che li accudisca per
sopravvivere. E' nell'ambito di questa dipendenza primaria e della risposta
materna a questa dipendenza che si sviluppa la relazione. Questo attaccamento è
cruciale per la sopravvivenza.
Una madre emotivamente e
fisicamente sana si sentirà attratta dal suo bambino, proverà un intenso
desiderio fisico di annusarlo, coccolarlo, cullarlo, fargli le moine e
guardarlo. A sua volta il bambino risponderà stringendosi a lei, balbettando,
sorridendo, ciucciando, aggrappandosi. Nella maggior parte dei casi, i
comportamenti materni danno piacere, rilassamento e nutrimento emotivo al
bambino e i comportamenti del bambino danno piacere e soddisfazione alla madre.
E' in questo reciproco e ciclico feed-back positivo, in questa danza
madre-bambino, che si sviluppa l'attaccamento.
Pertanto, anche se esiste una
predisposizione genetica al legame e all'attaccamento, sono la natura, la
quantità, le modalità e l'intensità delle prime esperienze di vita che
consentono a questo potenziale di manifestarsi. Senza un accudimento costante,
sensibile, nutritivo e sensorialmente ricco, le predisposizioni infantili al
legame e all'attaccamento normali non potranno manifestarsi. I sistemi
cerebrali responsabili di sane relazioni affettive non si svilupperanno in modo
ottimale, senza un giusto tipo di esperienze al momento giusto nella vita.
COSA SONO LE ESPERIENZE DI LEGAME?
Azioni come tenere in braccio, cullare,
cantare, nutrire, guardare, sbaciucchiare e altri comportamenti che riguardano
la cura dei neonati e dei bambini piccoli sono esperienze di legame. I fattori
cruciali per creare legame includono il tempo trascorso insieme (durante
l'infanzia la quantità conta!), le interazioni viso a viso, il contatto
oculare, la vicinanza fisica, il toccarsi e altre esperienze sensoriali
primarie come l'odore, il suono, il gusto. Gli studiosi ritengono che il
fattore più importante per creare attaccamento sia un contatto fisico positivo
(ad esempio abbracciare, tenere in braccio e cullare). Non dovrebbe sorprendere
che il tenere in braccio, lo sguardo, il sorriso, il bacio, il canto e il riso
possano mettere in moto specifiche attività neurochimiche del cervello. Queste
attività neurochimiche inducono la normale organizzazione di quei sistemi
cerebrali che sono responsabili dell'attaccamento.
La relazione più importante nella
vita di un bambino è l'attaccamento alla principale figura di accudimento, la
madre nella situazione ottimale. Ciò è dovuto al fatto che questo primo
rapporto determina lo “stampo” biologico ed emozionale per tutte le relazioni
future. Un sano attaccamento alla madre, costruito grazie a esperienze di
legame costanti durante la prima infanzia, fornirà solide fondamenta per future
relazioni sane. Al contrario, esperienze di legame e di attaccamento
problematiche daranno alle relazioni future fragili fondamenta biologiche ed
emozionali.
QUALI SONO I PERIODI CRITICI PER LE ESPERIENZE DI LEGAME?
Il tempismo è tutto.
Esperienze di legame portano a sani attaccamenti e a sane capacità di
attaccamento quando sono fornite nei primissimi anni di vita. Durante i primi
tre anni, il cervello umano si sviluppa fino al novanta per cento della
dimensione adulta e costruisce la maggior parte dei sistemi e delle strutture
che saranno responsabili di tutto il futuro funzionamento emotivo,
comportamentale, sociale, psicologico, durante il resto della vita. Ci sono
periodi critici durante i quali esperienze di legame devono essere presenti
affinché i sistemi cerebrali responsabili dell'attaccamento si sviluppino
normalmente. Questi periodi critici pare si collochino nel primo anno di vita e
sono legati alla capacità del bambino e della figura di accudimento di sviluppare
un positivo rapporto interattivo.
COSA SUCCEDE SE QUESTI PERIODI CRITICI NON VENGONO SFRUTTATI?
L'impatto di esperienze di legame
carenti nella prima infanzia varia. Una grave trascuratezza emozionale nella
prima infanzia può avere un impatto devastante. Bambini privati di contatto fisico, di stimoli e di cure possono
letteralmente perdere la capacità di dar vita a relazioni significative per il
resto della loro vita. Fortunatamente la maggior parte dei bambini non patisce
questo grave livello di trascuratezza. Ci sono, tuttavia, molti milioni di
bambini che sviluppano legami e attaccamenti carenti nella prima infanzia. I
problemi che ne derivano possono variare da un lieve disagio interpersonale a
profondi problemi sociali ed emotivi. In generale, la gravità dei problemi è in
relazione a quanto presto nella vita si è manifestata, a quanto prolungata e
grave è stata la trascuratezza emotiva.
Questo non significa che i
bambini con queste esperienze non abbiano alcuna speranza di sviluppare normali
relazioni. Si sa ancora molto poco sulla possibilità di replicare esperienze
più tardi nella vita per “rimpiazzare” o riparare un legame e delle capacità di
attaccamento non sviluppati o poveramente organizzati. Esperienze cliniche e un
certo numero di studi suggeriscono che può esserci un miglioramento, ma si
tratta di un processo lungo, difficile e frustrante sia per le famiglie che per
bambini. Potrebbero essere necessari molti anni di duro lavoro per riparare i
danni causati da pochi mesi di trascuratezza durante la prima infanzia.
CI SONO MODI PER CLASSIFICARE L'ATTACCAMENTO?
Così come caratteristiche quali
l'altezza o il peso, anche le capacità individuali di attaccamento si situano
lungo un continuum. Nel tentativo di studiare le variazioni nell'attaccamento,
tuttavia, i ricercatori hanno suddiviso il continuum in quattro categorie di
attaccamento: sicuro, insicuro-resistente, insicuro-evitante e
insicuro-disorganizzato/disorientato. I bambini con attaccamento sicuro
percepiscono un forte, responsivo e supportivo rapporto con le loro madri,
anche durante periodi di stress significativo. I bambini con attaccamento
insicuro percepiscono emozioni incoerenti, punitive, non responsive da parte
delle figure di accudimento e si sentono minacciati nelle situazioni di stress.
Classificazione dell'attaccamento
|
Percentuale a un anno
|
Risposta nella “Strange Situation”
|
Sicuro
|
60-70%
|
Esplora quando la mamma è nella
stanza; si turba al momento della separazione; calda accoglienza quando la
mamma ritorna; cerca contatto fisico e conforto dopo il ritorno
|
Insicuro evitante
|
15-20%
|
Ignora la mamma quando è
presente; piccolo turbamento al momento della separazione; si gira
decisamente dall'altra parte quando la mamma ritorna
|
Insicuro resistente
|
10-15%
|
Esplora un po' quando la mamma
è nella stanza, rimanendole vicino; molto stressato al momento della
separazione; ambivalente o arrabbiato e resistente al contatto fisico dopo il
ritorno della madre
|
Insicuro disorganizzato/disorientato
|
5-10%
|
Non sa se stare vicino o
evitare la mamma; angosciato al momento della separazione; azioni confuse e
incoerenti al suo ritorno
|
Sopra - La Dr. Mary
Ainsworth ha sviluppato una procedura semplice per esaminare la natura
dell'attaccamento di un bambino, chiamata Strange Situation (lett. Situazione
di estraneità). In poche parole, madre e bambino sono stati osservati in una
sequenza di "situazioni": madre e bambino da soli in una stanza con
dei giochi; ingresso di un estraneo nella stanza; la madre se ne va mentre
l'estraneo rimane e cerca di confortare il bambino; la madre ritorna e consola
il bimbo; l'estraneo se ne va; la madre lascia il bimbo tutto solo; l'estraneo
entra per consolare il bambino; la madre ritorna e cerca di consolare e
coinvolgere il bimbo. I comportamenti durante ciascuna di queste situazioni
vengono osservati e “valutati".
QUALI ALTRI FATTORI INFLUENZANO IL LEGAME E L’ATTACCAMENTO?
Qualsiasi fattore che
interferisca con le esperienze di legame può interferire con lo sviluppo della
capacità di attaccamento. Quando la “danza” interattiva e reciproca tra la
figura di accudimento e il bambino è confusa o difficile, le esperienze di
legame sono difficili da consolidare. La confusione può verificarsi per
problemi primari che possono riguardare il neonato, la figura di accudimento,
l’ambiente o la “sintonia” tra il neonato e la figura di accudimento.
Neonato: la “personalità” o il temperamento del neonato
influenzano il legame. Un neonato difficile da calmare, irritabile o poco
reattivo avrà più difficoltà a sviluppare un attaccamento sicuro rispetto a un
neonato tranquillo e capace di autoconsolarsi. La capacità del neonato di
partecipare all’interazione madre-bambino può essere compromessa da condizioni
mediche quali parto pre-termine, difetti congeniti, malattie.
Caregiver: il comportamento della figura di accudimento può
rendere difficoltoso il legame. Genitori critici, rifiutanti o intrusivi
tendono ad avere bambini che evitano l’intimità emozionale. Genitori abusanti
tendono ad avere bambini che trovano sgradevole l’intimità e si ritirano. Una
madre può non entrare in sintonia con il proprio bambino per una depressione,
per abuso di sostanze, per soverchianti problemi personali o per altri fattori
che interferiscono con la capacità di essere emotivamente presente e di prendersi
cura del bambino.
Ambiente: Il maggior ostacolo a un attaccamento sano è la
paura. Se un bambino è stressato per un dolore, un maltrattamento pervasivo o
un ambiente caotico, troverà difficile coinvolgersi anche in una relazione di
cura supportiva. Neonati e bambini che vivono in situazioni di violenza
domestica, rifugiati, comunità violente o zone di guerra svilupperanno più
facilmente problemi di attaccamento.
Sintonia: l’”incontro” tra il temperamento e le capacità del
neonato e della madre è cruciale. Alcune madri sanno essere perfette con un
bambino calmo, ma sono soverchiate da un bambino irritabile. Il processo di
prestare attenzione, di leggere i rispettivi messaggi non verbali e di
rispondere adeguatamente è essenziale per mantenere esperienze di legame che
evolvono in un attaccamento sicuro. Talvolta uno stile di comunicazione e di
risposta familiare per una madre con uno degli altri suoi figli può non
incontrarsi col bambino attuale. Questa reciproca frustrazione di essere “fuori
sintonia” può deteriorare il legame.
Essere in sintonia
• saper decifrare e rispondere ai
segnali dell'altro
• sincronica e interattiva
• aiuta a evitare la contrapposizione tra bisogno e sua soddisfazione
• aiuta a evitare la contrapposizione tra bisogno e sua soddisfazione
• si può apprendere decifrando
il “linguaggio” non verbale, emozionale-sociale dell'altro
IN CHE MODO L'ABUSO E LA TRASCURATEZZA INFLUENZANO
L'ATTACCAMENTO?
Ci sono tre temi primari che sono
stati osservati nelle famiglie abusanti o trascuranti. L'effetto più comune è
che i bambini maltrattati sono, essenzialmente, rifiutati. I bambini che sono
rifiutati dai loro genitori avranno una quantità di problemi (vedi sotto),
inclusa la difficoltà di sviluppare un'intimità emozionale. Nelle famiglie
abusanti, è comune che questo rifiuto e abuso siano transgenerazionali. I
genitori che trascurano sono stati trascurati da bambini. Essi trasmettono il
modo in cui sono stati allevati. Un altro tema è la “parentificazione” del
bambino. Essa assume molte forme. Una forma comune si osserva quando una
giovane ragazza immatura diventa una madre single. Il bambino è trattato come
un gioco e molto presto nella vita come un amico. E' comune ascoltare queste
giovani madri parlare del loro bambino di quattro anni come del loro “migliore
amico”, o del loro “ometto”. In altri casi, gli adulti sono così immaturi e
privi di conoscenze sull'infanzia da trattare i loro bambini come adulti – o
addirittura come un altro genitore, inducendo nei bambini un falso senso di
maturità che interferisce spesso con lo sviluppo di amicizie con coetanei. Il
terzo tema comune è la natura transgenerazionale dei problemi di attaccamento:
essi si trasmettono di generazione in generazione.
E' importante notare che
precedenti attaccamenti sicuri possono cambiare improvvisamente a seguito di
abuso e trascuratezza. La percezione del bambino di un mondo sicuro e accudente
può non coincidere più con la realtà. Per esempio, una concezione positiva che
un bambino ha dell'adulto può cambiare in seguito a un abuso fisico da parte di
una baby-sitter.
I PROBLEMI DI ATTACCAMENTO DERIVANO SEMPRE DA UN ABUSO?
No, la maggioranza dei problemi
di attaccamento sono dovuti probabilmente all'ignoranza genitoriale sullo
sviluppo piuttosto che a un abuso. Molti genitori non sono stati educati a
riconoscere la natura critica delle esperienze dei primi tre anni di vita. Con
più educazione pubblica e supporto sociale in queste aree, questa situazione
potrebbe migliorare. Attualmente, questa ignoranza è talmente diffusa che si
stima che un soggetto su tre abbia un attaccamento evitante, ambivalente o
resistente con il suo caregiver. A dispetto di questo attaccamento insicuro,
questi soggetti possono formare e mantenere relazioni – ma non con l'agio con
cui possono farlo gli altri.
CHE PROBLEMI SPECIFICI CI POSSIAMO ASPETTARE DI TROVARE NEI BAMBINI
MALTRATTATI CON PROBLEMI DI ATTACCAMENTO?
I problemi specifici che si
possono presentare dipendono dalla natura, dall'intensità, dalla durata e dal
momento in cui sono avvenuti maltrattamento e abuso. Molti bambini avranno
problemi gravi ed evidenti, altri avranno problemi talmente impercettibili che
potrebbero non essere individuati come problemi connessi a trascuratezza
precoce. Talvolta non sembra che questi bambini siano stati toccati dalle loro
esperienze. Tuttavia, è importante ricordare perchè vi state prendendo cura di
questi bambini e che essi sono stati esposti a cose terribili. Ci sono alcuni
indizi che l'esperienza clinica prende in considerazioni quando si lavora con
questi bambini.
Ritardi nello sviluppo: I bambini che hanno sperimentato una
trascuratezza emozionale nella prima infanzia hanno spesso ritardi di sviluppo
in altri campi. Il legame tra il bambino e i caregiver è il maggior tramite
verso lo sviluppo fisico, emozionale e cognitivo. E' in questo contesto primario
che il bambino impara il linguaggio, il comportamento sociale e una serie di
altri comportamenti chiave che garantiscono uno sviluppo sano. La mancanza di
esperienze ricche e coerenti nella prima infanzia può dare origine a ritardi
nello sviluppo motorio, linguistico, sociale e cognitivo.
Problemi di alimentazione: Comportamenti di alimentazione
eccessiva sono comuni, specialmente in bambini con problemi di attaccamento e
trascuratezza severi. Essi potranno fare incetta di cibo, nasconderlo nelle
loro camere, mangiare come se temessero una penuria di cibo, anche dopo che da
anni hanno a disposizione una quantità di cibo costante. Possono avere ritardi
di crescita, ruminazione (rigurgiti di cibo), problemi a inghiottire e, più
avanti nella vita, comportamenti di alimentazione eccessiva che sono spesso
erroneamente diagnosticati come anoressia nervosa.
Comportamenti di autoconsolazione: Questi bambini possono
usare comportamenti molto primitivi, immaturi e bizzarri per calmarsi. Possono
mordersi, colpirsi il capo, dondolari, cantare delle cantilene, graffiarsi o
tagliarsi. Questi sintomi possono accentuarsi nei momenti di stress o quando i
bambini si sentono minacciati.
Funzionamento emozionale: Una serie di problemi emozionali
sono comuni in questi bambini, inclusi sintomi depressivi e ansiosi. Un
comportamento comune è un attaccamento “non discriminante”. Tutti i bambini
cercano la sicurezza. Rendendosi conto che l'attaccamento è importante per la
sopravvivenza, i bambini possono cercare attaccamenti – qualsiasi
attaccamento – per la loro sicurezza. I non-clinici possono notare che i
bambini abusati o trascurati tendono a mostrare affetto e ad abbracciare
persone praticamente estranee. I bambini non sviluppano un legame emozionale
profondo con persone relativamente sconosciute; questi comportamenti
“affettuosi” sono piuttosto finalizzati alla ricerca di sicurezza. I clinici si
preoccupano perché questi comportamenti creano nel bambino abusato confusione
in merito all'intimità e non sono compatibili con le normali relazioni sociali.
Modellamento
inappropriato: I bambini prendono a modello il comportamento adulto –
anche se è abusante. Imparano che il comportamento abusante è il modo “giusto”
di interagire con gli altri. Come si può osservare, ciò è potenzialmente causa
di problemi nelle loro relazioni sociali con gli adulti o con altri bambini. I
bambini che sono stati abusati sessualmente possono essere più a rischio di
future vittimizzazioni. I maschi che sono stati abusati sessualmente possono
compiere a loro volta abusi sessuali più avanti nella vita.
Aggressività: Uno dei maggiori problemi con questi bambini è
l'aggressività e la crudeltà. Ciò è riconducibile a due problemi primari nei
bambini maltrattati: la mancanza di empatia e uno scarso controllo degli
impulsi. La capacità di “comprendere” emozionalmente l'impatto del proprio
comportamento sugli altri è carente in questi bambini. Essi davvero non
comprendono cosa provano gli altri quando fanno o dicono qualcosa di crudele.
Questi bambini spesso provano un bisogno compulsivo di insultare o far male
agli altri – tipicamente a qualcuno più debole di loro. Essi possono far del
male ad animali, a bambini più piccoli, a coetanei e a fratelli e sorelle. Uno
degli aspetti più disturbanti di questa aggressività è che essa è spesso
accompagnata da una distaccata e fredda mancanza di empatia. Essi possono
mostrare rincrescimento (risposta intellettuale) ma non rimorso (risposta
emotiva) quando sono posti a confronto con i loro comportamenti aggressivi o crudeli.
COME AIUTARE QUESTI BAMBINI?
Genitori e caregiver fanno tutta
la differenza nella vita dei bambini maltrattati. Questa sezione suggerisce una
serie di differenti strategie per aiutarli.
Coccolateli: I bambini con problemi di attaccamento hanno bisogno
di essere tenuti in braccio, cullati, accarezzati. Siate fisici, accudenti e
amorevoli. Siate consapevoli che per molti di loro il contatto fisico in
passato è stato associato a dolore, maltrattamento fisico, abuso sessuale. In
questi casi, cercate di monitorare con grande attenzione il loro modo di
rispondere e mettete in sintonia i vostri comportamenti con le loro reazioni.
Siate consapevoli che state
fornendo esperienze sostitutive di ciò che avrebbe dovuto aver luogo nella
prima infanzia, ma lo state facendo quando i loro cervelli sono più resistenti
alle modifiche e al cambiamento. Il più delle volte avranno bisogno di
esperienze di legame estremamente prolungate per sviluppare un attaccamento.
Cercate di riconoscere l’origine dei comportamenti prima di punire:
Quante più informazioni possedete sui problemi di attaccamento e sullo sviluppo
normale o deprivato, tanto più sarete in grado di sviluppare comportamenti
efficaci. La conoscenza di questi problemi può mettervi al riparo dal
fraintendere certi comportamenti dei bambini. Ad esempio potrebbe aiutarvi a
interpretare la tendenza di questi bambini a fare incetta di cibo non come un
“furto”, ma come un esito comune e prevedibile dell’essere stati deprivati di
cibo durante la prima infanzia. Un approccio punitivo a questo comportamento (e
a molti altri) non aiuterà il bambino a maturare. Al contrario, una punizione
potrebbe incrementare il suo senso d’insicurezza, la sua angoscia e il bisogno
stesso di fare incetta di cibo. Molti di questi comportamenti sono confusivi e
disturbanti per chi si prende cura di questi bambini. Dovete chiedere aiuto a
dei professionisti se vi trovate in difficoltà nel trovare da soli un approccio
funzionale ed efficace a questi problemi.
Sintonizzatevi sulla loro eta’ emotiva: I bambini
maltrattati o trascurati hanno spesso dei ritardi a livello relazionale e
sociale. Possono inoltre regredire quando sono spaventati o frustrati. Questo
significa che, in un dato momento, un bambino di dieci anni può trovarsi nello
stato emozionale di un bambino di due. A dispetto del vostro desiderio che si
comportino in modo consono alla loro età, o della vostra insistenza affinché lo
facciano, essi non ne sono capaci. In questi momenti è necessario interagire
con loro al loro livello emozionale. Se sono in lacrime, disperati o confusi
come a un’età emozionale di due anni, relazionatevi con loro come se avessero
quell’età. Usate interazioni non verbali rassicuranti. Teneteli in braccio.
Cullateli. Cantate dolcemente. Non è questo il momento di usare complesse
argomentazioni verbali sulle conseguenze di un comportamento inappropriato.
Siate coerenti, prevedibili e ripetitivi: I bambini
maltrattati con problemi di attaccamento sono estremamente sensibili ai
cambiamenti negli orari, alle sorprese, alle situazioni sociali caotiche e, in
generale, a ogni situazione nuova. Si sentono sopraffatti nelle situazioni
sociali affollate ed eccezionali, anche se piacevoli. Feste di compleanno,
dormire fuori casa, vacanze, viaggi con la famiglia, l’inizio o la fine
dell’anno scolastico: tutto ciò può scompensare questi bambini. Per questa
ragione ogni sforzo per essere coerenti, prevedibili e ripetitivi sarà
fondamentale per farli sentire protetti e sicuri. Solo quando si sentiranno
protetti e sicuri riusciranno a trarre beneficio dal nutrimento emozionale e
dalle esperienze sociali che procurerete loro. Se invece sono in ansia e
spaventati, non saranno in grado di trarre lo stesso giovamento dalle vostre
cure.
Fornite esempi di comportamenti sociali appropriati: Molti
bambini maltrattati e trascurati non sanno come interagire con gli altri. Uno
dei modi migliori per insegnarglielo è mostrarglielo attraverso i vostri
comportamenti, e poi spiegare cosa state facendo e perché: “Sto andando al
lavandino a lavarmi le mani prima di cena perché…”, o “Prendo la saponetta,
m’insapono così e…”. I bambini guardano, ascoltano e imitano. Oltre al dare
esempio, potete far loro da “coach” quando giocano con altri bambini. Usate un
approccio analogo al precedente: “Quando strappi un giocattolo a un altro
bambino, probabilmente lui si sentirà arrabbiato e sconfitto; quindi, se vuoi
che si diverta quando giocate insieme…”. Se riusciranno a giocare con altri
bambini, svilupperanno una migliore autostima e fiducia. Inoltre il successo
con altri bambini li renderà meno impacciati e aggressivi nelle relazioni
sociali. I bambini maltrattati o trascurati sono spesso in disordine a causa
della loro socializzazione ritardata. Se il bambino è preso in giro per i suoi
vestiti o il suo aspetto, gli sarà d’aiuto avere vestiti alla moda e una
migliore igiene. Un’area in cui questi bambini hanno problemi è quella della
modulazione di un contatto fisico appropriato. Essi non sanno quando
abbracciare, quanto stare vicino, quando stabilire o interrompere un contatto
visivo, qual è il contesto appropriato per mettersi le dita nel naso, toccarsi
i genitali o avere altri comportamenti del genere. Paradossalmente, i bambini
con problemi di attaccamento iniziano spesso un contatto fisico (abbracciare,
prendere per mano) con sconosciuti. Gli adulti tendono a interpretare questo
comportamento come una manifestazione di affetto. Non lo è. Si tratta piuttosto
di un comportamento “di supplica”, socialmente inappropriato. E’ estremamente
importante il modo in cui gli adulti reagiscono a questo contatto fisico
inappropriato. Non dobbiamo rifiutarci di abbracciare il bambino, ma neanche
interpretare questi comportamenti come appropriati. Dobbiamo guidare
gentilmente il bambino a interagire diversamente con gli adulti o con gli altri
bambini (es. “Perché non ti siedi là?”). E’ importante rendere questi
insegnamenti chiari usando il minor numero di parole possibili, senza essere
direttivi e facendo affidamento sui messaggi non verbali. E’ altrettanto
importante spiegare in un modo che non faccia sentire il bambino cattivo o
colpevole.
Ascoltate e parlate: Una delle cose più piacevoli da fare
con questi bambini è fermarsi, sedersi, ascoltarli e giocare con loro. Quando
starete con loro con un’attitudine tranquilla e interattiva, cominceranno a
mostrarvi e a raccontarvi cosa c’è davvero dentro di loro. Anche se sembra
semplice, questa è una delle cose più difficili da fare per gli adulti:
fermarsi, smettere di preoccuparsi per il tempo o per il prossimo impegno e
rilassarsi davvero nei momenti passati col bambino. Mettete in pratica questo
suggerimento e sarete stupiti dei risultati. I bambini “sentiranno” che siete
lì proprio per loro, sentiranno che vi state prendendo cura di loro. E’ in
questi momenti che potrete meglio raggiungerli ed educarli. E’ il grande
momento in cui cominciare a insegnare ai bambini come riconoscere le diverse
emozioni. Nel realizzare questo “insegnamento”, è importante tener presenti i
seguenti principi:
1 - Tutte le emozioni sono ok: tristezza,
gioia, sentirsi confusi (più emozioni con i bambini più grandi);
2 - Insegnate ai bambini i modi
“sani” di comportarsi quando sono tristi, contenti o arrabbiati;
3 – Cominciate a esplorare come
gli altri possono sentire ed esprimere le emozioni: “Come pensi che si senta
Marco quando lo spintoni?”;
4 – Quando sentite che il bambino
è decisamente felice, o triste, o arrabbiato, chiedetegli come si sente.
Aiutatelo a trovare le parole per esprimere queste emozioni.
Abbiate aspettative realistiche: I bambini maltrattati o
trascurati hanno tantissimo da superare. E molti non supereranno tutti i loro
problemi. Per un’orfana adottata a cinque anni, dopo aver passato la prima
infanzia senza nutrimento emozionale, le aspettative saranno necessariamente
limitate. Essa è stata deprivata di una parte del suo potenziale – anche se non
di tutto. Non possiamo prevedere fino a che punto potrà sviluppare il suo
potenziale, ma sappiamo come misurare i punti di forza e di debolezza di un
bambino a livello emozionale, comportamentale, sociale e fisico. Una
valutazione completa fatta da clinici esperti può essere veramente d’aiuto per
cominciare a definire le aree meno compromesse e quelle in cui il progresso
sarà più lento.
Siate pazienti nei confronti dei progressi del bambino e di voi
stessi: I progressi saranno lenti. La lentezza dei progressi può essere
frustrante e molti genitori adottivi si sentono inadeguati perché tutto
l’amore, il tempo e gli sforzi che dedicano ai loro figli sembra non ottenere
alcun risultato. Ma in realtà lo ottiene. Non siate severi con voi stessi.
Molti genitori amorevoli e competenti sono stati sopraffatti dai bisogni dei
bambini maltrattati o abusati che hanno preso con sé.
Prendetevi cura di voi: Prendersi cura di bambini maltrattati
può essere stressante e demoralizzante. Non potrete provvedere alle cure
costanti di cui questi bambini hanno bisogno se siete voi stessi esausti.
Assicuratevi di poter disporre di riposo, supporto e di momenti di pausa. Usate
amici, familiari e risorse della comunità. Non sarete in grado di aiutare il
vostro bambino se sarete esausti, depressi, arrabbiati, sopraffati e risentiti.
Fatevi aiutare: Molte comunità hanno gruppi di sostegno per
genitori adottivi o affidatari. Il ricorso a professionisti con esperienza nei
problemi di attaccamento o con bambini maltrattati possono essere veramente
utili. Avrete bisogno di aiuto. Ricordate, quanto più l’intervento sarà
tempestivo, meglio sarà. I bambini sono più malleabili da piccoli, mentre
quando crescono i cambiamenti sono più difficili.
Dal sito www.ChildTraumaAcademy.org
traduzione a cura di L. Botta e
M. Ronconi
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