I nostri figli ci parlano attraverso le loro azioni, i loro
comportamenti; noi facciamo la stessa cosa con loro. La relazione funziona se
entrambi siamo in grado di trasmettere, in modo chiaro, quelli che sono i
nostri pensieri, i nostri bisogni, i nostri desideri, le nostre aspettative: in altre parole le
cose che vogliamo dire. Non sempre la comunicazione procede in modo lineare e
può accadere che una reazione rabbiosa nasconda, al contrario, una richiesta di
aiuto. La capacità di mentalizzare, di riflettere sui comportamenti propri e
altrui, di capire il nostro stato mentale e quello della persona con cui ci
relazioniamo, è alla base di ogni relazione che funziona. Il problema sta nel fatto che questa abilità è influenzata dalle prime
esperienze di vita, oltre che dalla nostra eredità genetica.
E’subito chiaro che i bambini pluri-traumatizzati, che hanno
conosciuto solo forme di attaccamento insicuro e disorganizzato, non possono
avere sviluppato questa capacità di riflessione e questo può avere delle conseguenze
molto gravi sulla loro maturazione, sul loro sviluppo emotivo e sociale. Sta
allora al genitore, opportunamente preparato e sostenuto, svolgere la funziona
riparatrice, offrendo al proprio figlio le prime esperienze di attaccamento
sicuro. Le difficoltà sono molteplici, anche in considerazione del fatto che
tutto ciò che è nuovo spaventa e, spesso, le buone intenzioni del genitore
vengono male interpretate e spesso fraintese.
“La mente adottiva. Il fenomeno multidimensionale dell’adozione:nuove
prospettive nell’ottica della mentalizzazione”, Aletti (2017) è un
libro utile perché ci aiuta a capire come mai le cose possono non funzionare
nonostante le buone intenzioni di tutti, figli per primi. La lettura
costituisce un valido strumento per gli addetti ai lavori e per
i genitori. E’ uno di quei libri da tenere sotto mano soprattutto nei momenti
di difficoltà, perché ci aiuta a metabolizzare la rabbia, l’inevitabile
desiderio di rivalsa e ritrovare la calma e la serenità per riaprire il
dialogo. Solo se siamo in grado di mentalizzare possiamo insegnare ai nostri
figli a fare altrettanto. Ci piace, infine, ricordare che Silvia Mariana De Marco, oltre ad essere una preparata
professionista, è una figlia adottiva!
Nessun commento:
Posta un commento