venerdì 19 luglio 2019

“Congedi d’adozione: una grande presa in giro”



Leggiamo con interesse, sul Corriere del Ticino di martedì 16 luglio, il parere espresso da una nonna adottiva sul progetto di un congedo di adozione di due settimane, da ripartire tra i due genitori, arrivato recentemente al Consiglio nazionale. Il progetto è ritenuto “un investimento sensato nel futuro delle famiglie interessate. Questo in quanto adottare un bambino  è una scelta di responsabilità personale e poi l’adozione non è connessa al parto e alla relativa tutela della salute della madre”.  

Giustamente la signora Claudia Berguglia, nonna adottiva, partendo dalla semplice constatazione che la maternità, biologica o adottiva, è sempre una scelta di responsabilità, si domanda se “I signori della Commissione (della sicurezza sociale e della sanità del Consiglio nazionale) hanno lontanamente idea di chi sia un bambino adottato”.

Purtroppo, ancora una volta, le famiglie adottive si ritrovano nella condizione di dover spiegare agli addetti ai lavori l’a,b,c dell’adozione: il trauma dell’abbandono, lo sradicamento dal paese d’origine, la creazione di un nuovo legame affettivo, l’inserimento in una società del tutto sconosciuta, il difficile confronto con i coetanei e, magari, l’inserimento, da subito, nel mondo della scuola… 

La proposta di una settimana a testa per genitore è decisamente avvilente perché esemplificativa della totale ignoranza (nel senso etimologico del termine) di chi, senz’altro in buona fede, cerca soluzioni a problemi che non conosce.
Come non condividere il severo giudizio della signora Claudia! ”Ora la Commissione vuol dare solo due settimane di congedo. Questo è solo una grande presa in giro. Tanto vale non dare niente e continuare a non considerare le adozioni una realtà della nostra società come si è fatto finora”.

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