Comunicato stampa a cura di Andrea Milio (coordinatore ATFA) e Stefania Caffi (consulente sociale ATFA)
ATFA HA APERTO LA PRIMA CASA FAMIGLIA PROFESSIONALE IN TICINO
L’Associazione Ticinese Famiglie Affidatarie (ATFA), attiva sul territorio dal 1981, è l’unico Ente in Ticino che si occupa di affidamento familiare. L’Associazione è oggi felice di poter annunciare l’apertura della prima Casa Famiglia professionale del Cantone. Questa famiglia, appositamente formata per la gestione di situazioni di affidamento, da oggi potrà accogliere fino a quattro minori.
COS’È
L’AFFIDAMENTO FAMILIARE
L’affidamento familiare è l’accoglienza
di un minore (0-18 anni) nella propria famiglia , a seguito delle
difficoltà incontrate dai suoi genitori. Non si tratta di adozione e non
interrompe iI rapporto tra il bambino e la sua famiglia d’origine. Si tratta di
un’opportunità di crescita preziosa per il minore che, inserito in un ambiente
familiare stabile, può trovare nuovi punti di riferimento affettivi ed
educativi che lo aiutino a ricostruire una personalità serena ed equilibrata.
Tale delicato ed importante strumento si immerge e trova le sue radici nel
processo relazionale che intercorre tra minore, famiglia di origine, famiglia
affidataria e servizi socio-assistenziali.
Il minore viene così accolto in un luogo di cambiamento, che possa
rafforzare la fiducia tra i soggetti coinvolti, facendosi motore
dell’evoluzione positiva della vita del minore, della famiglia di origine e
della famiglia affidataria. L’affidamento familiare è dunque un’occasione di
apertura verso una nuova rete di rapporti.
Attualmente il Ticino è confrontato con due tipi di affidamento: quello Family, caratterizzato da una graduale conoscenza del minore e da un periodo di tempo a medio-lungo termine e quello SOS, caratterizzato invece dall’accoglienza di minori in situazioni di emergenza ed urgenza, per un periodo di tempo di tre mesi, prolungabili a sei.
LE ATTUALI TIPOLOGIE DI AFFIDO IN TICINO
Family
Si tratta dell’affido tradizionale, il quale prevede l’accoglienza di un
minore per un periodo di tempo indeterminato (sino al ristabilimento di
condizioni ritenute accettabili nella sua famiglia di origine).
L’estensione nel tempo permette alla famiglia di instaurare una relazione
solida con il minore, la possibilità di accompagnarlo per un determinato
periodo e di aiutarlo a sviluppare e realizzare obiettivi a lungo termine. Le
famiglie Family accolgono minori previo un periodo di conoscenza e di
ambientamento, che avviene in modo graduale. I minori che vengono accolti in
affido a lungo termine, prima del collocamento solitamente si trovano in
istituto o presso una famiglia SOS, la quale collaborerà con la famiglia Family
per un accompagnamento progressivo.
SOS
La famiglia affidataria SOS accoglie il minore per un periodo di tempo
limitato. La sua durata massima è infatti di tre mesi, prolungabili ad un
massimo di 6 mesi, termine entro il quale il progetto del minore prevederà il
rientro in famiglia, un collocamento in istituto o un collocamento a lungo termine
presso una famiglia affidataria. L’allontanamento del minore dalla sua famiglia
naturale è immediato e la famiglia SOS deve essere pronta ad accoglierlo con
poco preavviso, spesso solo di alcune ore.
Alla famiglia è quindi richiesta molta più flessibilità e, contrariamente
all’affido Family, non vi è la possibilità di inserire il minore nella famiglia
affidataria in modo graduale.
Si tratta di famiglie formate appositamente per far fronte a questo tipo di
emergenze, disponibili al 100% per il minore e per i servizi.
CHI SONO LE FAMIGLIE AFFIDATARIE
Solidarietà ed accoglienza rappresentano valori importanti e significativi
il cui obiettivo è quello di migliorare il contesto in cui noi tutti viviamo.
Proprio partendo da questi due valori, è importante contestualizzare lo
strumento dell’affido, una forma d’aiuto che vede coinvolte persone singole,
coppie sposate o conviventi, con o senza figli.
L’affido, infatti, è una forma di protezione dell’infanzia che diventa
indispensabile quando i genitori vivono una situazione di difficoltà familiare
tale per cui è necessario l’allontanamento del minore.
Le famiglie affidatarie allora si mettono a disposizione dei servizi
sociali per una piena collaborazione, in un’ottica di aiuto verso chi si trova
in una situazione di momentanea difficoltà.
Nell’ambito dell’affido vi sono due principi base da tener conto: il
principio della sussidiarietà (grazie al quale l’affido non è concepito come
una sostituzione della famiglia naturale ma come un supporto ad essa) ed il
principio della proporzionalità (il quale prevede un’accurata riflessione
rispetto alla gravità del problema e alla ricerca di una soluzione idonea).
In questo caso è importante che l’affido sia l’ultima ratio in quanto strumento, e che quindi si opti per il collocamento a terzi unicamente dopo aver constatato che tutte le risorse disponibili a sostegno della famiglia o del minore fossero state ritenute non adeguate o insufficienti (giusti gli articoli 310 – 314 del Codice Civile Svizzero).
LA MISSIONE DI ATFA
Lo scopo di ATFA è quello di sensibilizzare la popolazione su questa
tematica, offrendo inoltre il proprio sostegno alle famiglie affidatarie e agli
operatori sociali.
Per farlo, l’Ente organizza periodicamente eventi, corsi di formazione e
seminari dedicati all’argomento.
Oggi ATFA conta in Ticino circa 160 famiglie affidatarie a lungo termine
che accolgono circa 180 bambini e ragazzi. Per le situazioni d’urgenza ci sono
inoltre una decina di famiglie SOS, le quali sono in grado di accogliere i
minori nell’immediato.
Tra le principali attività di ATFA c’è inoltre il costante impegno in nuovi progetti in base ai bisogni emergenti, ed è proprio nel seguire questo importante obiettivo che nasce l’idea della nuova Casa Famiglia professionale in Ticino.
LA FAMIGLIA AFFIDATARIA PROFESSIONALE
In questa missione, l’Associazione ha voluto infatti porre l’attenzione
proprio sulla dimensione familiare della dimora, luogo di rifugio e ristoro.
Da qualche anno ATFA si è resa conto della necessità di proporre un nuovo
tipo di accoglienza familiare, che potesse unire l’intimità ed il calore di una
famiglia con l’esperienza, la responsabilità e la professionalità di un
operatore sociale.
Negli anni siamo stati confrontati con situazioni
particolarmente delicate che necessitano di una presa a carico più
intenzionale, ragionata e consapevole: si tratta di minori per i quali il
progetto è ancora in costruzione, minori che negli anni hanno sviluppato delle
fragilità alle quali non tutte le famiglie potrebbero riuscire a far fronte.
Per questo motivo era imperativo riuscire a rispondere a
anche a questi bisogni della società.
È con queste premesse che è nata la figura della Famiglia Affidataria
Professionale (FAP) ed il suo luogo di vita, chiamato “Casa famiglia”. La
figura della FAP non è mai esistita finora sul nostro territorio.
Si tratta, tuttavia, di una figura necessaria alle nuove tipologie di
affidamento familiare.
LE CARATTERISTICHE DELLA FAMIGLIA
AFFIDATARIA PROFESSIONALE
Dimensione familiare
È importante, spesso fondamentale per aiutare il minore a ritrovare
preziosi punti di riferimento.
La piccola ma professionale dimensione della FAP permette un intervento
individuale, più centrato, che può toccare temi importanti come
l’accompagnamento alla vita autonoma e l’inserimento sociale e/o professionale.
Verrebbe così offerto al minore un luogo intimo e familiare, in cui possa
essere seguito da vicino.
Luogo di vita
Non sono solo le persone a rendere ospitale e gradevole un’abitazione, ma
anche la struttura. La FAP accoglie i minori in una casa intima ed accogliente
che diventa luogo di vita, di ricordi, di affetto e di legami.
Figure di riferimento stabili
L’accoglienza in FAP permette di dare al minore continuità e stabilità nel
tempo, consentendogli di sviluppare un sentimento di appartenenza e di
attaccamento alle persone e al luogo, grazie alla persistenza nel tempo delle
persone significative di riferimento.
Professionalità
La FAP si distingue dalle normali famiglie affidatarie grazie alla
formazione nell’ambito sociale e all’esperienza nell’ambito dell’affido.
Queste risorse portano la FAP ad assumersi maggiori compiti e
responsabilità nei confronti di un normale affido, seguendo maggiormente il
minore anche in compiti ben definiti con la rete professionale, la quale
supervisionerà il progetto. La FAP vede quindi intrecciarsi il suo statuto di
famiglia con quello di professionista.
Gestione dei rapporti
Quando possibile, e in accordo con la rete, la FAP potrà essere integrata in progetti che prevedono la collaborazione con la famiglia naturale.
PER IL MINORE ACCOLTO L’OBIETTIVO DELLA FAP
È QUELLO DI DIVENTARE UN PUNTO DI RIFERIMENTO IN TUTTI GLI AMBITI
Frammentazione e rallentamento nell’operatività sono elementi che possono
scaturire quando troppi professionisti si occupano della stessa situazione.
Troppi operatori possono infatti creare nel minore un senso di confusione,
di possibile disagio nel dover condividere tante volte la propria storia.
D’ora in avanti la FAP seguirà i minori all’interno degli ambiti principali
della loro vita: scuola, lavoro, salute, contatti con la famiglia naturale,
ecc.
Questo tipo di approccio permetterà al minore affidato di approcciarsi ad
una rete più compatta e delineata, soprattutto ad una persona che lo conosca su
più aspetti e che potrà disporre di una visione più completa sulla sua persona.
Il fatto che la FAP diventi principale riferimento del minore accolto
permetterà all’assistente sociale dell’UAP e ad eventuali curatori di seguire
da lontano la situazione.
Con i Servizi sono già stati fissati degli incontri a cadenza regolare ma è
la FAP ad attivarsi nelle aree principali che riguardano la vita del minore.
Questo nuovo tipo di famiglia affidataria, rispetto a quelle standard, è
infatti più indipendente ed è in grado di accogliere i casi più complessi che,
spesso, non sono collocabili in normali famiglie affidatarie.
IL RUOLO DI ATFA
La FAP è tenuta a partecipare a momenti di formazione organizzati da ATFA e
a seguire aggiornamenti professionali continui, formazioni interne (ATFA)
legate all’affido, formazioni esterne su temi legati all’utenza, atelier o
corsi di formazione da svolgere con il minore.
ATFA organizza degli incontri di supervisione regolari che andranno a
sommarsi ai rapporti di gestione che la FAP è tenuta a redigere regolarmente,
sia per quanto riguarda i minori, sia per quanto riguarda la gestione economica
familiare.
La Famiglia Affidataria Professionale è obbligata a partecipare a supervisioni regolari, e ad
aggiornare la rete responsabile del dossier dei minori a lei affidati.
In suo sostegno è stata inoltre assunta una figura che si occuperà del
sostegno educativo (aiutare i minori a fare i compiti, sgravare la famiglia,
concederle dei momenti di riposo).
L’Ufficio dell’Aiuto e della Protezione è l’Ente cantonale preposto alla
valutazione ed alla vigilanza delle famiglie affidatarie. La base legislativa
alla quale l’UAP fa riferimento è innanzitutto, a livello federale, il Codice
Civile, sul quale si delineano tutte le leggi, quali la Legge sul sostegno alle
attività delle famiglie e di protezione dei minorenni (LFam, art. 15 e 16); il
Regolamento della Legge per le famiglie (RLFam) e l’Ordinanza federale
sull’accoglimento dei minori a scopo di affiliazione (OAMin). Ai sensi
dell’art. 10 OAMin:
1. Un esperto designato dall’autorità visita la famiglia affiliante quando
necessario, ma almeno una volta all’anno; redige un verbale di queste visite
2. L’esperto accerta che siano adempiute le premesse della continuazione del
rapporto di affiliazione. Consiglia i genitori affilianti in caso
di necessità
3. L’autorità vigila affinché la rappresentanza legale del minore sia
debitamente disciplinata e quest’ultimo partecipi, in modo adeguato alla sua
età, alle decisioni determinanti per la sua vita
L’UAP resta l’ente di riferimento della FAP, avendo esso il compito di
valutare l’idoneità delle famiglie candidate ed in seguito vigilare su di esse.
L’assistente sociale responsabile della vigilanza è tenuto ad incontrare
almeno una volta l’anno la FAP, redigendo un rapporto.
Se il progetto ha potuto finalmente vedere la luce nel primo trimestre del
2020 è stato anche grazie al contributo di alcuni importanti sostenitori tra i
quali la manifestazione “Ogni centesimo conta” organizzata dalla Catena della
Solidarietà in collaborazione con RSI, la Fondazione Medacta For Life e il
Dipartimento Sanità e Socialità.
La partecipazione di questi attori al progetto consentirà d’ora in poi a
tanti bambini e ragazzi di vivere una realtà familiare che li aiuti a crescere
nel migliore dei modi.
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